"La
formula è: F è uguale a P + C + V [...] La felicità è uguale a quello che si
chiama punto biologico prestabilito di felicità, o P, più le condizioni
della vita, C, più V le variabili volontarie. In base a questa
teoria ogni individuo ha un punto prestabilito o livello medio di felicità.
Alcuni sono per natura ottimisti e allegri e si collocano a un'estremità della
curva a campana. Altri hanno un'indole cupa e ricadono nell'altra estremità. La
grande maggioranza di noi sta da qualche parte nel mezzo. Questo punto
prestabilito è il nostro standard personale, il livello base del benessere
soggettivo a cui tendiamo a tornare dopo i trionfi e le tragedie, gli alti e i
bassi della nostra vita. Vincere alla lotteria può renderti più felice per un
po', ma le ricerche dimostrano che alla fine probabilmente tornerai al tuo
punto prestabilito. [...] Passando alle condizioni, C [...] ci sono alcuni
fattori che non possiamo controllare: il sesso, l'età, la razza, l'orientamento
sessuale, per esempio. A seconda di dove nasciamo nel mondo, questi fattori
possono avere o meno un'influenza enorme sul nostro livello probabile di felicità.
Per quanto riguarda V, le variabili volontarie, queste comprendono le attività
che scegliamo di svolgere, come l'esercizio fisico, la meditazione, imparare a
suonare il piano, fare propria una causa. Richiedono un'attenzione continua, il
che significa che non ci abituiamo ad esse così come facciamo con un'auto nuova
[…] Prendendo la formula della felicità nel suo complesso, noterete che se
determinati elementi non possono essere cambiati, altri sono modificabili.
L'obiettivo fondamentale dovrebbe essere concentrarsi sulle cose che si possono
cambiare e che avranno un effetto positivo sulla nostra sensazione di benessere
".
Il
gatto del Dalai Lama e l’arte di fare le fusa – David Michie –traduzione di
ADRIA TISSONI - giunti – 2019